di Federico Bo
In questo momento difficile, può aiutare essere focalizzati su temi che ci interessano e che potrebbero, in un modo o nell’altro, contribuire a fornire spunti, indicazioni, suggerimenti utili per combattere questa crisi.
Per esempio, come leggerete di seguito, uno dei comparti in cui supply chain e tracciabilità incontrano le blockchain è quello farmaceutico.
Oltre al fintech, uno dei settori che sta maggiormente sperimentando e adottando tecnologie blockchain è quello delle supply chain. Le catene di approvvigionamento e di distribuzione sono filiere complesse, che coinvolgono numerosi attori: fornitori e sub-fornitori, spedizionieri, produttori, distributori, rivenditori, banche, broker, clienti. Spesso, più che catene, sono reti interconnesse e globalizzate.
Come sottolineato da Paul Brody di EY, “al suo livello più elementare, la logica fondamentale delle blockchain significa che nessun pezzo di inventario può esistere nello stesso posto due volte.” Questo requisito di base ne fa una tecnologia particolarmente adatta alle supply chain, considerando anche le altre caratteristiche come la natura decentralizzata e condivisa, l’immutabilità, la validazione tramite protocolli di consenso e la tracciabilità delle informazioni immesse
Attualmente il sistema delle filiere è spesso inefficiente, caratterizzato da frammentazione, carenza di standard, procedure di pagamento e riconciliazione complesse, ridondanze, limitata digitalizzazione. Si è stimato che solo la mancanza di coordinamento e di comunicazione ottimale tra fornitori e produttori crea perdite per 60 miliardi di dollari.
Per una rete di business collegata attraverso una supply chain progettare una blockchain può essere un catalizzatore tecnologico per nuovi modelli di interazione, più innovativi ed efficienti. Significa prima di tutto studiare lo stato attuale della filiera, comprenderne la struttura e le criticità, armonizzare dati e informazioni adottando standard condivisi tra tutti gli stakeholders. Il punto cruciale è infatti la qualità dei dati — accuratezza, completezza, tempestività — che circola in una rete complessa.
Solo questa fase può produrre vantaggi significativi.
L’utilizzo di una blockchain — “singola fonte di verità” — permette, in teoria, di avere una serie di benefici tra i quali:
– riduzione dei costi (eliminazione o riduzione degli intermediari, diminuzione delle controversie)
– miglioramento impatto ambientale (per esempio diminuzione dei resi)
– riduzione sprechi
– aumento dell’affidabilità e della trasparenza
– miglioramento del processo di tracciabilità e di certificazione dei prodotti
– miglioramento della gestione magazzino
– riduzione violazioni di conformità
Nel 2018 sono state più di 750 le richieste di brevetto, di vario tipo, associate a blockchain e supply chain; IDC Manufacturing Insights prevede che un quarto dai fornitori industriali OEM (Original Equipment Manufacturer) farà leva sulla blockchain per procurarsi i pezzi di ricambio entro il 2023: si prevede un miglioramento dell’accuratezza delle parti utilizzabili del 60% e una riduzione dei costi del 45%.
Per Gartner, comunque, l’80% dei progetti Supply Chain-Blockchain rimarrà nello stadio di Proof of Concept fino al 2022; l’adozione di massa di queste tecnologie deve superare ancora diversi ostacoli come la scalabilità, l’interoperabilità tra diverse blockchain, la piena integrazione con i dispositivi IoT e il controllo delle attività off-chain così come dei dati immessi in una struttura dati immutabile.
L’interesse per questo connubio sta in ogni caso aumentando rapidamente, specialmente in ambiti come l’agrifood, il settore farmaceutico e quello delle spedizioni. In quest’ultimo comparto, la società di ricerche di mercato International Data Corporation prevede che, dal 2023, l’85% delle spedizioni via container sarà tracciato tramite blockchain. Nell’agrifood, una ricerca della Jupiter Research prevede un risparmio di 31 miliardi di dollari entro il 2024 grazie all’adozione di blockchain e IoT nel settore, grazie soprattutto a una diminuzione delle frodi alimentari.
Un’altra ricerca condotta da Cointelegraph Consulting e l’azienda svizzera Insolar indica in 450 milioni di dollari il risparmio nella logistica solo in Europa.
Quelli proposti di seguito sono alcuni esempi di progetti operativi o in uno stato avanzato di sperimentazione in vari settori.
La corretta conservazione durante il trasporto delle medicine e dei loro componenti è un problema primario, così come la lotta alla contraffazione. Novartis, grande azienda farmaceutica svizzera, ha annunciato per quest’anno la messa online di una blockchain insieme a un consorzio che riunisce altre aziende farmaceutiche, università e ospedali. Alla luce della situazione COVID-19 attuale, la divisione Sandoz di Novartis, leader nella distribuzione di farmaci generici e off-patent, si è impegnata a mantenere il prezzo dei medicinali e degli antibiotici essenziali bloccato per tutta la durata della crisi. Grazie alla completa tracciabilità e all’immutabilità del dato come pricnipali caratteristiche, la blockchain è proprio il modo in cui le aziende possono sostenere promesse simili usando la tecnologia.
Negli Stati Uniti la startup Mediledger ha pubblicato i risultati di un progetto pilota sotto l’egida della FDA americana. Coinvolgendo un consorzio di 25 aziende farmaceutiche, l’obbiettivo dell’iniziativa è la tracciabilità a livello di singola confezione di medicinali tramite blockchain. Tra i partecipanti c’erano tutti e tre i principali grossisti statunitensi, sette su dieci delle più grandi aziende farmaceutiche del mondo, grandi distributori come Walmart e aziende logistiche come FedEx
L’industria diamantifera, dall’estrazione alla lavorazione alla vendita, è stata tra le prime a intuire le potenzialità delle blockchain per tracciare il prodotto e garantirne autenticità e l’origine lecita: i famigerati “diamanti insanguinati” sono stati a lungo una piaga e un problema di immagine per chi opera nel settore.
Fin dal 2015 Everledger ha implementato una piattaforma, basata su Hyperledger IBM, che fornisce report di classificazioni sicuri e trasparenti emessi dalla principale autorità indipendente di classificazione dei diamanti, la GIA (Gemological Institute of America). In seguito l’attività si è diversificata, proponendo lo stesso servizio per altri tipi di gemme, a prodotti legati all’industria del lusso e dell’enogastronomia.
Nel 2018 anche la famosa multinazionale De Beers ha creato la propria blockchain, tracciando diamanti dalla miniera al venditore. La sua piattaforma Tracr assegna a ogni diamante una sorta di carta d’identità, il Global Diamond ID, che viene inserita nella blockchain in maniera permanente. Numerosi altri produttori di diamanti utilizzano oggi la piattaforma, compresa Alrosa, la compagnia russa maggiore produttrice di diamanti grezzi (in termini di carati). Attualmente decine di migliaia di pietre vengono registrate ogni mese.
Lo stesso governo russo sta sperimentando una diversa soluzione blockchain per la tracciabilità dei diamanti.
Nell’industria aeronautica la compravendita di parti usate è un mercato da 4 miliardi di dollari l’anno. Honeywell Aerospace ha sviluppato una piattaforma, GoDiretc Trade che agisce come un sito di ecommerce B2B: si cerca, si sceglie il pezzo, si compra. In un settore dove la digitalizzazione è, paradossalmente, poco presente occorrevano in media 4 email e due telefonate per ordinare un pezzo di ricambio: i vantaggi di una soluzione del genere sono evidenti, in termini di velocità e di risparmio. Ogni documento relativo alla parte in vendita, come l’elenco di immagini e le certificazioni di qualità, è registrato su blockchain.
Poche settimane fa Sita, società tecnologica di proprietà congiunta di gran parte degli operatori e vettori del settore, ha annunciato ha lanciato la MRO Blockchain Alliance per tracciare, rintracciare e registrare parti di aeromobili.
Diverse altre aziende, come la Rolls Royce (produttrice di motori aereonautici) la Boeing e compagnie aeree come Air New Zealand, stanno implementando soluzioni blockchain nel settore ricambi e manutenzione. Del resto la stessa SITA ha diffuso un report che indica nel 72% la percentuale di compagnie aeree coinvolte in progetti blockchain.
La multinazionale Walmart è stata tra le prime nel proprio settore a credere nella blockchain. Fin dal 2016 ha avviato progetti per la tracciabilità dei prodotti a partire da produttori e fornitori. Con Hyperledger Fabric di IBM ha inizialmente realizzato una blockchain per tracciare la provenienza dei manghi da 5 diversi produttori, diminuendo il tempo necessario per la verifica da 7 giorni a qualche secondo. L’utilizzo della blockchain si è poi esteso ai fornitori di altri prodotti agricoli. Walmart Canada ha annunciato una soluzione basata su blockchain per la logistica: il sistema seguirà le consegne, verificherà le transazioni e automatizzerà i pagamenti dei suoi corrieri, che consegnano l’inventario ai 400 negozi al dettaglio di Walmart in tutto il Canada.
Walmart Cina e VeChain piattaforma blockchain specializzata in supply chain, hanno avviato un progetto, Walmart China Blockchain Traceability Platform, per tracciare 100 prodotti e fornire al cliente informazioni dettagliate via smartphone.
Carrefour è stata, nel 2018, la prima azienda della grande distribuzione in Europa a sviluppare un progetto blockchain per tracciare carne, latte e frutta e permettere ai clienti di avere informazioni scannerizzando il QR Code di ogni confezione con lo smartphone. Dopo un anno di utilizzo, le vendite di questi prodotti hanno subito un aumento. È interessante notare come le prime sperimentazioni erano avvenute sulla rete pubblica Ethereum, per poi passare a Hyperledger Fabric di IBM e al servizio IBM Food Trust.
La multinazionale di Cupertino ha creato questa soluzione SaaS basata su blockchain specificatamente per il controllo e la tracciabilità delle filiere dell’agrifood. Numerose grandi aziende hanno scelto questa soluzione, come la già citata Walmart, Nestle, Dole Food e Unilever.
TE-FOOD è una soluzione di tracciabilità alimentare dal produttore al consumatore basata su blockchain. Operante soprattutto nei paesi emergenti come il Vietnam, spesso di concerto con le autorità locali, con l’obbiettivo di garantire la sicurezza dei cibi e combattere le frodi alimentari. Dichiara un volume di più di 400.000 operazioni al giorno.
Molte delle soluzioni che abbiamo visto si basano su blockchain private (essenzialmente Hyperledger Fabric). Curiosamente nel settore spedizioni due delle startup più promettenti si basano su Ethereum, una rete pubblica.
CargoX fornisce un servizio tramite blockchain Ethereum (sottolineandone l’aspetto “neutrale”) per il trasferimento digitale delle polizze di carico emesse da qualsiasi spedizioniere di merci in tutto il mondo. Il sistema completa il trasferimento della proprietà del documento in modo sicuro e affidabile in pochi minuti, rispetto ai giorni o anche settimane necessarie per le spedizioni dei documenti cartacei.
ShipChain ha sviluppato un sistema per il tracciamento end-to-end delle spedizioni commerciali, dallo stabilimento di produzione al cliente finale. Ethereum viene scelta con il claim ““pubblica” non significa dati pubblici”.
I casi esaminati rappresentano solo una campionatura molto parziale e limitata delle esperienze internazionali in fatto di tecnologia blockchain applicata alle supply chain. Anche in Italia vi sono diverse realtà che stanno operando soprattutto nel settore della tracciabilità nel settore agroalimentare, della moda e più in generale per la tutela del Made in Italy. Tra queste vi è anche Mangrovia, impegnata in prima linea in questo nuovo sviluppo del settore tramite l’offerta di soluzioni BaaS (Blockchain as a Service) o tramite API/REST per unità di business in vari ambiti.
Gonczol P., Katsikouli P. et al. “ Blockchain Implementations and Use Cases for Supply Chains–A Survey” (indagine corposa e piena di informazioni interessanti)
The European Union Blockchain Observatory And Forum, “Blockchain In Trade Finance And Supply Chain” (report su iniziativa della Commissione Europea)
Stinnes A., “Is blockchain perfect for the supply chain?”
Rees J., “How Blockchain is Revolutionizing the Supply Chain Industry”
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